Descrizione

Lungo 42 km, con 481 m di dislivello, 36 archi e solamente 20 anni di costruzione: l’acquedotto romano di Fréjus è un’opera eccezionale. Per i curiosi, gli appassionati di antichità o per poeti contemplativi è stato e rimane una fonte di ammirazione. Lo stesso Victor Hugo scriveva: “L’acquedotto nuovo e completo di 2000 anni fa era sicuramente bello, ma non certamente più bello di queste gigantesche macerie crollate su tutta la piana, che corrono, cadono, si rialzano. L’edera e i rovi si arrampicano su tutte queste meraviglie di Roma e del tempo”.

Coordinate

L’acquedotto romano

Avenue du XVème Corps,
83600 Fréjus

Biglietteria

Informazioni pratiche

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Ci piace perché...

  • Situato in un parco alberato a due passi dal centro
  • Testimonianza della prodezza tecnica dei romani
  • Ne rimase colpito anche Victor Hugo
  • Il prolungamento dell'acquedotto sul bastione romano

Fréjus e i suoi monumenti, 2000 anni di storia

L'acquedotto: la storia

La parola acquedotto deriva dal latino “aquae (acqua) ductus (condurre)”.

I romani erano maestri nel trasporto dell’acqua. Tuttavia la scelta della zona dove costruire l’acquedotto veniva effettuata con molta precauzione prima di installarvisi: optavano per un luogo solo se trovavano il modo di avere un rifornimento perenne di acqua. L’acqua infatti è una risorsa fondamentale e vitale per chi spera di installarsi in maniera sedentaria in un luogo e svilupparsi in modo sostenibile.

In un primo tempo l’acquedotto partiva dalla sorgente del torrente Foux a Montauroux, poi più tardi venne costruito quello che ha inizio presso il torrente Siagnole a Mons.

L’acquedotto iniziava ai piedi delle falesie calcaree, a 515 m d’altitudine, e poi seguiva un percorso di circa 42 km, fino a Fréjus. Portava l’acqua del torrente Siagnole dalla sua sorgente fino al punto più alto di Fréjus, alla collinetta del Mulino a vento, a 34 m d’altitudine, dove si trovava il castello d’acqua (castellum divisorium).

Vennero costruiti 36 ponti dell’acquedotto, di cui 28 solamente nella valle del torrente Reyran. A 2 km a valle della sorgente c’è un particolare che cattura l’attenzione: si tratta della “Roche Taillée” (roccia tagliata), un canale tagliato nella roccia dalle dimensioni di 50m di lunghezza e 20m di profondità, un’opera di grande entità.

La costruzione di questo acquedotto, che ha funzionato per più di 400 anni, può essere fatta risalire alla seconda metà del I secolo.

La maggior parte dell’acquedotto era sotterranea per motivi di sicurezza e salubrità.

Il canale di conduzione o “specus“, veniva costruito generalmente in muratura, con elementi di piccole dimensioni e regolari. Le sue dimensioni erano in media di 1,60m di altezza (altezza media dei romani) e 0,70m di larghezza.

Sul percorso si trovano delle arcate sdoppiate, i cosiddetti archi “Sénéquier”, che sono due ponti-acquedotto costruiti parallelamente a pochi metri di distanza.

Questo prestigioso monumento, le cui vestigia sono state classificate come Monumento Storico il 12 luglio 1886, è stato oggetto di numerose campagne di restauro e di consolidamento dal 1941, e recemente nel 2018 con gli archi di Sainte-Croix.

Ecco cosa diceva Victor Hugo a proposito di questo acquedotto nei suoi “appunti di viaggio”, nell’ottobre del 1839, durante un viaggio in Provenza:

“Non lontano da Fréjus, enormi frammenti di rovine iniziano ad apparire qua e là tra gli ulivi. Si tratta dell’acquedotto romano. L’acquedotto nuovo e completo di 2000 anni fa era sicuramente bello, ma non certamente più bello di queste gigantesche macerie crollate su tutta la piana, che corrono, cadono, si rialzano, ora profilando tre o quattro archi uno dopo l’altro mezzi nascosti nella terra, ora innalzando verso il cielo un arco isolato e rotto o un mostruoso contrafforte, dritto in piedi come un menhir druidico, ora invece innalzando con maestosità sul bordo della strada un arco a tutto sesto appoggiato su due massicci cubici in rovine che d’improvviso si trasformano in archi di trionfo. L’edera e i rovi si arrampicano su tutte queste meraviglie di Roma e del tempo”. 

Nel 1894 venne inaugurata, nel corso Chevalier dell’epoca, oggi Piazza Paul Vernet, la fontana delle Quattro Parti del Mondo, che commemorava il ritorno dell’acqua corrente a Fréjus, dopo che nel 1870 un decreto imperiale aveva stabilito il recupero del torrente Siagnole come sorgente d’acqua. Per questa realizzazione venne utilizzata una buona parte dell’acquedotto romano.