Descrizione

L’anfiteatro romano di Fréjus, che si innalza fiero in prossimità della città, si impone come uno dei monumenti emblematici di Fréjus. Oggigiorno può accogliere cinquemila spettatori, mentre in epoca romana gli spettatori erano più del doppio. Si tratta della testimonianza lasciata da un grande popolo, amante dei giochi, degli spettacoli e dei combattimenti dei gladiatori.

Coordinate

L’anfiteatro romano

296 Rue Henri Vadon, 83600 Fréjus

Biglietteria

Informazioni pratiche

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Ci piace perché...

  • Unico anfiteatro romano del Var
  • Muri in gres verde
  • Vi si nascondono i resti di un frantoio del XVII secolo

Informazioni pratiche

Apertura

Dal 2 gennaio al 31 marzo e dall’1 ottobre al 31 dicembre
Aperto dal martedì al sabato dalle 9:30 alle 12:00 e dalle 14 alle 16:30
Chiuso la domenica, il lunedì e i giorni festivi.

Dall’1 aprile al 30 settembre
Aperto dal martedì alla domenica dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 14 alle 18
Chiuso il lunedì e i giorni festivi.

Ultimo ingresso 15 minuti prima dell’orario di chiusura.

 

Tariffe

Ingresso singolo: 3€ (biglietto individuale, valido un giorno)
Fréjus Pass: 6€ (Fréjus Pass individuale 4 siti di interesse, valido 7 giorni). A partire dai 18 anni.
Fréjus Pass ridotto: 4€ (Fréjus Pass Individuale 4 siti di interesse, valido 7 giorni). Ragazzi tra i 12 e i 17 anni, studenti – 25 anni (su presentazione del tesserino), gruppi con più di 10 persone, persone in cerca di lavoro (dietro presentazione del giustificativo), classi scolastiche e stabilimenti scolari esterni a Fréjus/Saint-Raphaël.
Fréjus Pass Integrale: 9€. Pass Individuale 4 siti di interesse* e chiostro della cattedrale, valido 7 giorni. Il Pass Integrale non esiste in tariffa ridotta.
Gratis: bambini con età inferiore ai 12 anni, persone disabili (dietro presentazione di un giustificativo), guide riconosciute dal Ministero della Cultura e della Comunicazione (dietro presentazione del tesserino professionale), conservatori del Patrimonio territoriale o dello Stato, giornalisti (dietro presentazione del tesserino professionale), gruppi scolastici nell’ambito della convenzione Educazione Artistica e Culturale e i loro accompagnatori, insegnanti di Fréjus nell’ambito della preparazione delle visite con previa conferma dell’Animatore dell’Architettura e del Patrimonio.

Fréjus e i suoi monumenti, 2000 anni di storia

L'anfiteatro romano: la storia

Nel 1837, in seguito alla richiesta di Prosper Mérimée, allora Ispettore Generale dei Monumenti Storici, venne stilata una lista con i monumenti di ogni dipartimento francese. Nel 1840 venne dunque redatta per la prima volta in Francia una lista di questo tipo, e l’Antifteatro di Fréjus ne entrò a far parte. È uno dei più antichi della Gallia (tra i trenta facenti parte della lista). L’Anfiteatro di Fréjus, dove erano stati avviati parziali scavi nel 1828, viene totalmente sgomberato nel 1960, dopo la catastrofe di Malpasset.

È difficile datare il monumento. Certamente fu costruito dopo il Colosseo di Roma (80), in base ad alcuni criteri generali: struttura, progettazione della facciata, mattoni stampigliati. Potrebbe essere stato realizzato alla fine del I secolo d.C.

Venne collocato al di fuori delle mura, appoggiato sul fianco della collina, certamente con l’intenzione di risparmiare sul materiale.

La sua capacità si estendeva a 12.000 spettatori, contro i 5.000 di oggi. Le sue dimensioni esterne, di 112,75m x 82,65m e quelle dell’arena di 69,37m x 39,17m x 21m di altezza, ne fecero un anfiteatro certamente non grande come quello di Nîmes ma più vasto di quello di Nizza.

Il paramento del monumento fu costruito in gres verde, proveniente dal Massiccio dell’Estérel. Ancora oggi possiamo trovare le tracce delle cave utilizzate, presso la località della Baume, nel bosco sulla strada per Bagnols. Purtroppo la facciata è scomparsa nella sua totalità, così come le gradinate superiori.

Gli archi delle gallerie appoggiano su due file di mattoni (su molti di essi si può leggere la marca, “CASTORIS”, nome del fabbricante) mentre alcune pareti dell’ambulacro e alcuni muri sono ancora in gres.

Due grandi aperture del grande asse e una piccola apertura laterale si affacciavano sull’arena (“arena” in latino significa “sabbia”).

Durante gli scavi è stata trovata una fossa a forma di croce al centro dell’arena, la cui funzione non è stata identificata. Per proteggere gli spettatori dal sole, veniva invece messo al di sopra delle gradinate il “Velum”, una sorta di telone, fissato ad una serie di supporti che spesso erano in legno.

Jules Formigé, architetto a capo dei monumenti storici all’inizio del XX secolo, precisa che le Colonnette del Chiostro di Fréjus sono state ricavate dalle lastre di marmo bianco che decoravano il podium, grande parete che circondava l’arena.

Sotto le gradinate possiamo anche osservare l’entrata delle carceri, che servivano come celle per i gladiatori.

Gli spettacoli che vi si svolgevano consistevano in combattimenti tra gladiatori (munera) o cacce agli animali selvatici (venationes), oppure in combattimenti tra gladiatori e animali o in combattimenti tra soli animali (bestiari). Infine c’erano anche le cosiddette naumachie, ovvero spettacoli che mettevano in scena delle battaglie navali.

Anche Victor Hugo, durante il suo passaggio a Fréjus nel 1839 (“In viaggio”, Tomo 2), celebrò queste rovine. A proposito dell’anfiteatro scrisse: “Mi trovavo nello stesso spiazzo dove 2000 anni fa si contorcevano i leoni, i gladiatori e le tigri. Ora vi cresce l’erba alta, che un gruppo di cavalli magri mangiava tranquillamente al mio fianco…”

Dopo l’antichità è avvenuto un progressivo degrado del monumento, utilizzato come bastione, cava di pietre o addirittura come discarica. Per secoli il monumento è stato utilizzato come cava, e ciò spiega in parte i molteplici restauri o consolidamenti visibili oggi.

Dopo i restauri del XIX e XX secolo, è stato messo in atto un progetto di conservazione e valorizzazione. Qui si svolgono spettacoli e corridas, anche se dal 2010 è proibito uccidere l’animale.

In seguito a nuovi scavi archeologici (2005 – 2008), Francesco Flavigny, architetto a capo dei Monumenti Storici, decide di fermare il degrado, di ridare una coerenza a questo edificio e anche di permettergli di ritrovare la sua funzione primaria, quella di luogo di spettacoli. Detto con le sue parole: “L’obiettivo di questo cantiere è quello di far ritornare utilizzabile l’edificio frenando in parallelo il degrado delle strutture…Si parla di una protezione che si adagerà sulle rovine ma senza nasconderle”.