Descrizione

Il 2 dicembre 1959 in piena notte, un’onda di 40 metri di altezza ruppe con tutta la sua forza lo sbarramento della diga di Malpasset colpendo tutta la vallata, fino alla città di Fréjus. Questa diga, costruita per la gloria e la ricchezza della regione, causò invece solo disastri e disperazione. Nascosta nella vallata del Reyran, la diga è ancora visibile, e costituisce una testimonianza della più grande catastrofe civile del XX secolo.

Coordinate

La diga di Malpasset

Diga di Malpasset,
83600 Fréjus

Biglietteria

Informazioni pratiche

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Ci piace perché...

  • Situata presso il Massiccio dell'Esterel
  • Testimonianza autentica, è rimasta come dopo la catastrofe

Informazioni pratiche

Apertura

La diga offre tre circuiti differenti, ognuno con escursioni di diverso livello di difficoltà (facile, medio, difficile).
Da maggio a settembre vengono organizzate visite guidate tutti i martedì alle 9:30 (automobile obbligatoria).

Fréjus e i suoi monumenti, 2000 anni di storia

Diga di Malpasset: la storia

Al termine della guerra 1939-45, uno dei numerosi problemi che il consiglio generale del dipartimento del Var dovette risolvere, fu quello degli impianti idraulici. Soprattutto ce n’era bisogno nella zona sud del dipartimento, regione in pieno sviluppo turistico e agricolo: la frutta e le primizie di Fréjus erano già rinomate a livello internazionale.

Il Ministero dell’agricoltura diede la sua approvazione, il 3 agosto 1950, per costruire una diga sul torrente Reyran, nella località di Malpasset.

Malpasset letteralmente significa “brutto passaggio”, qui infatti viaggiatori e mercanti venivano spesso attaccati dai banditi. Reyran in provenzale proviene da “Riaio” (torrente) e “Ran” (a iosa). La vallata è secca per tre quarti dell’anno, ma durante l’epoca delle pioggie può creare gravi inondazioni nella piana di Fréjus.

Dunque è importante domare il torrente. La riserva d’acqua creata sarebbe servita per apportare l’acqua indispensabile per la popolazione sempre più in crescita, alimentare le terre assetate, contribuire allo sviluppo del turismo e preservare i boschi dell’Esterel dagli incendi. La diga fu opera del Consiglio Generale del Var. Il professor Corroy della Facoltà di Scienze di Marsiglia, che era stato consultato in proposito, diede la sua opinione geologica preliminare favorevole alla località di Malpasset.

Per lo studio della bozza del progetto della diga, il Consiglio Generale si indirizzò verso lo studio di André Coyne, presidente dell’Associazione Internazionale delle Grandi Dighe. Era l’ingegnere più rinomato nel campo delle dighe ad arco. Le sue migliori opere erano Tignes e Bort-les-Orgues in Francia e la diga del Lago Kariba in Zambia, una delle dighe più grandi al mondo.

Il tipo di sbarramento scelto fu quello ad arco. Il tracciato ad arco della diga fa in modo che la pressione dell’acqua spinga contro il muro e che l’arco scarichi sugli argini le spinte colossali che riceve. Questa tipologia di opera richiede che gli argini, che ricevono la maggior parte della pressione, siano di una solidità estrema. Sulla riva sinistra però l’assenza di un contrasto capace di servirle da appoggio aveva imposto la costruzione di un contrafforte artificiale di cemento armato.

Il cantiere venne messo in marcia l’1 aprile 1952 e l’opera si concluse nel 1954. Caratteristiche della diga:

Altezza massima – 59 m

Coronamento – 225 m

Capacità totale di stoccaggio idrico – 49300000 m3

Spessore della parete: base 6,78m, sommità 1,50m. Questo ridotto spessore la rese la diga più sottile d’Europa.

Nell’autunno del 1959 sulla regione si abbatterono pioggie torrenziali che durarono tre settimane.

Il primo riempimento, la fase più critica della vita di una diga, avvenne senza controlli.

Alle ore 18 del 2 dicembre 1959, fu dato l’ordine di aprire lo scarico di fondo.

Ore 21:13…

Le conseguenze furono drammatiche. Si registrarono ufficialmente 423 morti, 7000 sfollati, 79 orfani. I danni ammontarono a più di 100 milioni di franchi.

La diga di Malpasset, costruita per la gloria e la ricchezza della regione, provocò invece solo disastri e disperazione. La “Vallata rosa se n’è andata per sempre”.

Si dovettero attendere 8 anni per far sì che le cause della catastrofe venissero chiaramente stabilite e riconosciute:

Sentenza della corte di cassazione, 7 dicembre 1967:

“Non è stato commesso nessun errore, in nessun momento”

Venne indicata come causa della rottura dello sbarramento la caduta del diedro roccioso sul quale poggiavano le fondamenta di sostegno della riva sinistra dell’arco. L’incidente di Malpasset ha avuto come conseguenza un rinforzo della regolamentazione tecnica, con la creazione nel 1967 del Comitato Tecnico Permanente delle Dighe.