Descrizione

Il vivario romano di Fréjus, reperto unico in Francia e situato in un luogo insolito, è una scoperta recente, risistemato meno di dieci anni fa. In un’atmosfera misteriosa di chiaroscuri si accede ad una cripta archeologica dove si scoprono vari bacini per i pesci e il loro sistema di messa in acqua, degno dell’ingegneria romana.

Coordinate

Il vivario romano

Rue Aristide Briand (di fronte alle Poste)
83600 Fréjus

Biglietteria

Informazioni pratiche

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Ci piace perché...

  • Monumento unico in Francia nascosto sotto un edificio
  • Svariati bacini intagliati nella roccia
  • Griglie in piombo risalenti all'antichità

Informazioni pratiche

Il vivario può essere visitato solo in occasione delle visite guidate “Cripta del vivario romano e museo archeologico”, da gennaio a giugno il mercoledì alle 14:30, a luglio e agosto il mercoledì alle 17.

La cronaca della guida: il vivario romano

Il vivario romano: la storia

Quando iniziano gli scavi per costruire le fondamenta di un edificio, nessuno si aspetta di scoprire lì sotto un vivario per i pesci. Eppure è quello che è successo al costruttore di un edificio a Fréjus dopo che gli archeologi avevano già effettuato degli scavi preventivi per dare il via libera al cantiere.

Al posto di un solido zoccolo in gres rosso sul quale si aspettava di costruire il suo edifico, il costruttore ha trovato invece un buco riempito di sedimenti. Dopo essere stato richiamato, Pierre Excofon, uno degli archeologi della città, scopre allora un bacino quadrato di circa dieci metri per lato (8,77 x 8,33) e profondo cinque metri. Gli scavi durano due anni. Poiché il sito si trova tra il bastione sud della città e il limite nord del porto, gli archeologi capiscono che questo bacino nell’antichità si trovava nelle immediate vicinanze del mare (oggi a più di un chilometro).

Nel bacino, attraversato da tre archi di un acquedotto del quale non si conosceva l’esistenza, non si trova alcuna indicazione di un suo collegamento con il mare in un principio, la sua prima funzione resta quindi misteriosa.

In un secondo tempo l’installazione era stata adibita a vivario per i pesci: vennero scavati nella roccia tre canali per alimentare il bacino con l’acqua del mare. Le pareti del bacino sono state intagliate regolarmente con l’aiuto di un piccone i cui solchi in certi punti sono ancora ben visibili.

In seguito venne installato un bacino costruito. Questo, realizzato tramite cassaforma, fu costruito in cemento misto a calce e pozzolana, che viene illustrata in questi termini: “Esiste una specie di polvere alla quale la natura ha donato un’ammirevole proprietà. La possiamo trovare nella zona di Baia e nelle terre dei municipi che circondano il monte Vesuvio” – (Vitruvio nel suo De architectura – tomo II, capitolo 6). Nell’antica Roma la pozzolana veniva mischiata alla calce, permettendo a questa malta la presa idraulica, ovvero di indurirsi in presenza di acqua. Questa roccia vulcanica prende il suo nome da Pozzuoli, poiché può essere trovata nelle sue vicinanze.

La fine dell’utilizzo del vivario va situata al più tardi verso la metà della seconda metà del I secolo d.C.

Fu utilizzato per lo stoccaggio del pesce in un primo tempo, ma la disposizione di nicchie e di un bacino con filtro permanente potrebbero indicare un cambio di funzione del vivario (passando così all’allevamento).

Forum Julii (Fréjus) era infatti rinomata nell’antichità per il suo Garum, una salamoia a base di intestini di pesce essiccato. Lo si otteneva salando abbondantemente piccoli pesci e le loro interiora, che venivano lasciate al sole fino a quando la carne non si trasformava grazie ai suoi propri succhi gastrici. Plinio il Vecchio (23 – 79) ci spiega che l’Alex, scarto e prodotto simile al Garum, veniva prodotto nella regione di Forum Julii. “Gli abitanti di Forum Julii preparano l’alex con un pesce chiamato spigola” – Plinio il Vecchio – Storia Naturale – XXI.

Questa produzione e questa installazione illustrano l’importanza economica della pesca e del commercio dei prodotti a base di pesce nel I secolo.